INDICE

DALLA TERRA MUOVO

Testo maturo, autrice matura come tale e per l’età, nel terzo anno di un immaturo secolo, il duemila. Giovanna Vizzari, cui chiederò la post-fazione, mi introduce presso la Book Editore di Bologna, attraverso Massimo Scrignoli. Ancora presentazioni e riconoscimenti, che non esibirò, ma soprattutto la sensazione che le ali si siano spiegate. In fatto di poesia, questa la mia capienza, questa la mia falcata, questa la quota del mio volo. E’ fatto da “Terra uno” e “Terra due” ma anche abbondanti “Visioni” e la discesa, con la sezione “Graffiti”, nel sottosuolo, forse per regredire e rinascere. Prendo dalla post-fazione.

Espone candidamente la sua solitudine ma sente il richiamo degli altri viventi, man mano che passa il tempo si avvicina alla gente e alle cose, ricorda quelle del passato, apre le braccia al mondo, come Leopardi nel suo ultimo messaggio “La ginestra”. E’ bella questa solitudine, è abitata”

All’inizio, dopo avere citato, è la prima volta che fo citazioni, Machado e Ungaretti, ecco la poesia che apre il rituale.

 

PROLOGO

 

Sì, scenderò verso di te suolo terrestre

non zolla ed erba ma pietra ed asfalto

dal respiro alterato persistente.

Mia placenta deforme ed ostinata

mostro paziente di maternità.

Farò ancora un ritorno da siderali pensieri

onde resti frenato il suicidio di carne.

Ma tu devi capirlo tu base culla

e ventre che questa mia materia

è stanca come la tua in quanto che

per esserti fedele io non posso non

addossarmi la tua stessa età.