E’ questo un doppio capitolo della mia attività, quella che ha avuto sviluppo dopo la poesia, le novelle, la ricerca di linguaggio espressivo e un certo giornalismo, più esperienze di operatrice culturale. Insomma, quando i miei mezzi di lettura, scrittura e ascolto erano al punto giusto di maturazione.
La critica
Riguarda risposte soprattutto a Poeti, che gentilmente chiedono un giudizio. Sono tantissime queste lettere-commento. L’impegno è giunto a impedirmi l’assunzione di libri per il mio personale interesse, ma è bello e formativo anche fare analisi della scrittura altrui.
A proposito di analisi, dalla laurea in psicopedagogia, che sappiamo è costruita sulla ricerca alla Tinaia, mi vengono richiesti incontri diciamo privati, da parte di persone naturalmente con problemi di carattere psichico. Ho cercato negli ultimi anni di ridurre questi incontri, ma sono stati e sono i restanti, un momento molto interessante. Io li chiamo “analisi espressiva”. Danno luogo anch’essi a testi che entrano nell’Archivio e quindi in “Voce Viva”.
Una continua esperienza che, come dice il titolo di questo sito, è fatta di poesia, personale e d’ascolto, cioè collettiva. E ciò mi ha resa adatta ai commenti critici, tanto che autori mai conosciuti mi dicono di essersi sentiti capiti. Le mie risposte solo raramente trovano collocazione su Riviste cartacee oppure on-line, ma io non me ne preoccupo. Prima la scoperta e poi la fama. Vorrei come al solito riportare degli esempi, scegliendo la risposta a due poeti amici miei, diversi quanto forti e personali.
LEGGENDO “FIRENZE E ME, poesia di Clara Nistri
“Al centro del suo spazio, di pensiero sentimento e parola, si sviluppa allora un canto, dalle note dolci anche se scettiche. Un canto che mi invita, ci invita a percorrere con lei i luoghi della sua città. L’amata Firenze. Entro la quale la poetessa, camminando e osservando, scorre raccolta intensamente in sé. Si rende sconosciuta al suo stesso occhio attraverso una vetrina mondana, ma realizza un contatto di pelle, quasi, con certi archi storici”
LEGGO “ETERNITA’ DELLE ROVINE”, poesia di Renzo Ricchi
“Leggo e sono da subito attratta. Non come faccio a volte, il seguire solo la pagina di destra per affrettarmi e passare ad altri compiti. Non il farmi un po’ distrarre nel frattempo dalla musica, sia pure classica. No. Qui un vecchio amico ritrovato “mi parla” come ha parlato ad altri, con fascino e dolore. Di che? “Rovina” sta per “tempo”, esattamente come “eternità”. Posseggo io lettore stupito, possediamo noi il tempo? No, è il tempo che ci possiede! Come vedere e concepire il tempo personale e quello storico? Pervaso di forza, forza assoluta e ovviamente necessitante. Un accogliere, fasciare e proteggere, secondo maternità e paternità. Secondo sacralità. Quindi in queste pagine è sentita come vaga ma certa la presenza divina. L’uomo in Dio. Il Dio che fu uomo.”