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DIALOGHI A SOLLICCIANINO

Fra il 1987 e il 1991 accade anche che la Cooperativa Alice di Vaiano faccia un libro-quaderno, con poesie di Giuseppe Gualtieri incontrato alla Tinaia e lo chiami “Il mostro sireno”, da un particolare disegno dell’autore. Così come Manescalchi, con la sigla “Caratteri” costruisca un libro di poche pagine, bianco e quadrato, alla maniera cinquecentesca, che intitoliamo “Voci stellari”. Disegni di San Salvi dalle varie sedi, da noi con pochi versi commentati.

Viene anche il 1995 ed esce, per l’Editrice Il Cardo di Viareggio, il libro “Dialoghi a Solliccianino”, finalmente voluminoso, anche se i dialoghi, su una frequentazione di anni, riportano solo il 1994. Parlare della mia esperienza a Solliccianino (Casa circondariale due di Scandicci) è pericoloso, nel senso che rischio di abbandonarmi ai temi, le sensazioni, le scoperte. Voglio invece restare nella forma concisa. Certo non posso non evocare quel clima di intensa creatività.

Ragazzi come sappiamo dai 18 ai 30 anni, tossicodipendenti, che hanno chiesto dopo la condanna il carcere a custodia attenuata. Alcuni li ho trovati analfabeti. Ribelli nei confronti del mondo e con esperienze, non solo visionarie ma di vera allucinazione. La creatività interna scatenata. Mi accettano come zia e io lavoro con passione. Ora le notizie sul libro.

E’ sponsor l’AICS nelle persone di Anna Romei e Fabio Fallai. Partecipano alla presentazione scritta del libro stesso anche la Direttrice del carcere, le Educatrici e una Insegnante. Poi appare un commento critico dal titolo “Il fare poetico” di Franco Manescalchi. Infine io preparo il lettore con un racconto in poesia “Da un anno a un altro”. E loro, i partecipanti, i protagonisti degli incontri?

Ci si perde per l’eccitazione in una simile lettura, come ho anticipato, ma proviamo a fare qualche stralcetto. Gli incontri sono numerati e hanno un titolo, che nasceva da tutti noi e da una votazione finale per la scelta. I numeri vanno dal 22 al 69. I disegni dei ragazzi punteggiano qua e là e uno appare già in copertina. Ecco le mie poche, avare scelte.

 

PERCHE’?

Mia nonna come donna

era una bersagliera.

Quando ti vedo Alberta

mi ricordi lei.

Alessio

 

IL TEMPO DELLA TERRA E’ LONTANO

A volte mi trovo

a guardare l’orizzonte

e cerco un perché

il perché di una mancanza

la mancanza di una mèta.

Ignazio

 

CALMA E ANGOSCIA

Mi sono venuto a noia.

Vorrei fare ogni tanto

schioccare le dita

per rendermi invisibile.

Bruno