L’AMORE E ALTRO
L’AMORE E ALTRO, prefazione di Carlo Betocchi
Ero già trentenne e con una grossa quantità di testi in versi. La poesia in prosa, che riguarda questo primo libro, fu la risposta a impulsi drammatici che volevano spazio disteso e forse ascolto confortante. Sapevo anche che il grande amico Betocchi prediligeva tale forma, ma non lo seccai per molti anni. Poi accadde che lui propose la raccolta a Nuovedizioni Enrico Vallecchi che subito accettò. Quali le parole per me e la mia poesia nella lunga prefazione? Sceglierò una sua frase e poi una mia composizione.
“. . . una sorta di lapidaria testimonianza legata al tipo di una “saison” se non proprio “en enfer” come quella rimbaldiana, tuttavia orientata o addirittura risoluta come quella a farsi rivelatrice, con l’autonomia verbale e strutturale creantesi in lei dalla violenza degli interni suoi raptus, di quel tipo di discorso poetico, costruito sulla simultaneità e prevalenza dei valori (vorrebbesi dire della fisicità dei valori) di peso, colore, melodia della parola e della sintassi che nel nostro novecento ha un esemplare unico e solo: Dino Campana con i suoi “Canti orfici”
DOMENICA IN CAMPAGNA
“Quando è l’ora di siesta e tenui connessure di mattoni fra i travi vegliano il mio sudore gli occhi posando sopra macchie murali di stanchezza e le nari aspirando gli odori dello scarico seccati dal sole da quel modo che hanno cose e persone senza fama di mantenersi leggere e aderenti a geometrici piani universali dal respiro monotono e largo dagli attimi fermi dalla disciplinata libertà dei poveri su me viene la pace”